Il Cimitero delle Fontanelle: tempio sotterraneo del culto
Il luogo simbolo di questo culto è il Cimitero delle Fontanelle, nel cuore del Rione Sanità. Un’enorme cava tufacea che ospita oltre 40.000 resti umani, molti dei quali vittime di epidemie e carestie.
Qui, tra cunicoli e altari improvvisati, si è sviluppata nei secoli una forma di dialogo intimo e silenzioso tra i vivi e i morti:
- Ogni fedele sceglieva un teschio — “l’anima pezzentella” — lo puliva, lo sistemava in una nicchia, lo pregava.
- In cambio, si attendeva un segno: un sogno, un’intuizione, una grazia.
- Alcune anime diventavano famose, “miracolose”, come il teschio di Donna Concetta, noto per essere sempre lucido, come se sudasse.
Oggi il Cimitero delle Fontanelle è uno dei luoghi in cui la Napoli invisibile si fa più potente.
Una pratica non più attiva, ma ancora viva
Il culto delle anime pezzentelle non è più praticato attivamente come un tempo, anche per motivi legati alla tutela dei beni culturali. Tuttavia, sopravvive in forma simbolica e devozionale in alcuni luoghi della città.
Tra questi, il più noto è la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, in via Tribunali. Qui, in una cripta suggestiva, si conserva il legame tra spiritualità popolare e ritualità antica. Tra teschi ingabbiati, altari e iscrizioni votive, si percepisce ancora l’intensità di un culto che mescola paura, speranza, compassione e fede.
Ma una delle storie più curiose si trova nella Chiesa di Santa Luciella ai Librai, un piccolo gioiello riscoperto e restaurato di recente nel cuore del centro antico. Qui è custodito il celebre teschio con le orecchie, unico nel suo genere. Secondo la tradizione, le orecchie sarebbero servite per ascoltare le preghiere dei vivi. Un simbolo potente del dialogo tra i due mondi, che rafforza l’idea napoletana di una comunicazione continua tra chi è e chi non è più.
Napoli e l’aldilà: un rapporto quotidiano
A Napoli, i morti non spariscono: restano presenti nei sogni, nei detti, nei riti. Il culto delle anime pezzentelle è uno dei modi con cui la città ha dato voce agli invisibili, ha riconosciuto dignità anche a chi era stato dimenticato.
Non è superstizione. È una forma popolare di spiritualità attiva, nata in un contesto di povertà e di fede profonda, che ancora oggi affascina antropologi, storici e visitatori.
Il culto delle anime pezzentelle è Napoli che parla con i suoi morti — e che da loro si lascia guidare.
Un patrimonio spirituale unico, da conoscere con rispetto e meraviglia.