La Scuola napoletana: un patrimonio europeo
Il Conservatorio ha raccolto e fuso l’eredità dei quattro storici conservatori napoletani (Santa Maria di Loreto, Sant’Onofrio a Capuana, Pietà dei Turchini, Poveri di Gesù Cristo), che tra Sei e Settecento resero Napoli la capitale musicale d’Europa.
Qui si formarono Scarlatti, Cimarosa, Paisiello, Pergolesi e moltissimi altri compositori che portarono il “gusto napoletano” in tutta Europa, influenzando profondamente il melodramma e la musica sacra.
Il Conservatorio è stato — ed è ancora — uno snodo tra tradizione e avanguardia, tra belcanto e sperimentazione, tra rigore e estro.
Un museo, una biblioteca, un mondo
Oltre alle aule e ai laboratori, il Conservatorio custodisce una biblioteca musicale tra le più importanti d’Europa, con oltre 50.000 volumi, partiture rare e manoscritti antichi.
Il Museo degli Strumenti Musicali, visitabile, espone pezzi rari che raccontano la storia della liuteria e della musica a Napoli.
Ogni stanza, ogni chiostro, ogni corridoio di San Pietro a Majella parla una lingua sonora.
Una scuola che guarda al futuro
Oggi il Conservatorio forma musicisti, compositori, direttori d’orchestra, interpreti della scena contemporanea.
Organizza concerti, festival, masterclass aperte alla città. È un ponte tra la musica colta e il pubblico, tra la didattica e la diffusione culturale.
Entrare a San Pietro a Majella è come ascoltare Napoli in forma pura.
Una Napoli che studia, che innova, che crede nella musica come linguaggio della bellezza e della resistenza.