La Cappella Sansevero: Napoli tra alchimia, arte e mistero

Nel cuore del centro antico di Napoli, tra i vicoli di via dei Tribunali e San Domenico Maggiore, sorge un luogo che sembra appartenere più a un sogno che a una città: la Cappella Sansevero. Conosciuta per il celebre Cristo Velato, è molto più di un museo d’arte barocca. È un manifesto esoterico in pietra, un compendio di simboli, enigmi e visioni che ancora oggi affascinano studiosi e visitatori.
Costruita come cappella gentilizia della famiglia di Sangro, fu completamente trasformata nel Settecento dal Principe Raimondo di Sangro: scienziato, inventore, filosofo, massone, alchimista. Una figura avvolta dal mito, geniale e controversa, che fece della cappella un laboratorio simbolico, un percorso iniziatico tra morte e resurrezione, tra materia e spirito.

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Il Cristo Velato e le “meraviglie” della cappella

Al centro della cappella si trova la celebre scultura del Cristo Velato, opera di Giuseppe Sanmartino. Il velo di marmo che avvolge il corpo del Cristo sembra talmente reale da sembrare trasparente, tanto che per secoli si è creduto frutto di un procedimento alchemico.

Ma il Cristo Velato è solo il cuore di un percorso simbolico più ampio:

  • Le statue delle Virtù, che circondano il mausoleo, rappresentano tappe di un cammino spirituale. Tra queste spicca la Pudicizia e il Disinganno, opere ricche di riferimenti massonici, gnostici e filosofici.
  • Il pavimento, originariamente decorato con un grande labirinto simbolico, oggi perduto, rappresentava la complessità del cammino umano verso la conoscenza.
  • Le decorazioni a soffitto e le epigrafi latine contengono riferimenti ad arcani, esperimenti, visioni cosmiche.

Le Macchine anatomiche: tra scienza e inquietudine

Nel sotterraneo della cappella, due figure umane inquietanti custodiscono uno dei più grandi misteri della Napoli esoterica: le Macchine anatomiche.
Si tratta di due scheletri — un uomo e una donna — con il sistema circolatorio perfettamente conservato, visibile in ogni dettaglio.

Secondo la leggenda, Raimondo di Sangro avrebbe “metallizzato” il sangue dei soggetti viventi grazie a una formula alchemica. In realtà, si tratta di un incredibile esperimento di anatomia artistica, ancora oggi oggetto di studio.

Una cappella-mondo da decifrare

Ogni elemento della Cappella Sansevero ha un significato nascosto: la numerologia, le geometrie, le pose, i simboli incisi nelle lapidi. Nulla è lasciato al caso.
Visitarla significa immergersi in una visione del mondo sospesa tra ragione e mistero, tra scienza sperimentale e spiritualità esoterica.

Oltre il visibile

La Cappella Sansevero è un luogo di arte e di mistero, ma anche di inquietudine e riflessione. Un tempio che non si limita a stupire per la sua bellezza, ma che provoca, interroga, invita a guardare oltre il visibile.

A Napoli il sacro e l’esoterico convivono senza contraddirsi.
La Cappella del Principe di Sansevero ne è la prova: un capolavoro artistico che è anche un labirinto iniziatico, un enigma da contemplare.

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