Dal fasto al degrado, e poi la rinascita
Inaugurato nel 1878 come teatro lirico, il Bellini visse anni d’oro nel primo Novecento, accogliendo spettacoli di prosa, operette, cinema e concerti. Ma tra gli anni ‘60 e ‘80 cadde in un lungo silenzio: chiuso, danneggiato, dimenticato.
La svolta arriva nel 1987, quando una compagnia di giovani attori e registi guidata da Gabriele Russo e Tato Russo decide di riaprirlo.
Da quel momento, il Bellini torna a vivere — non come teatro restaurato, ma come teatro rinnovato, in spirito e vocazione.
Un teatro aperto e multidisciplinare
Oggi il Teatro Bellini è una casa dell’arte. Ospita stagioni di prosa, danza contemporanea, teatro d’autore, produzioni internazionali e sperimentazioni.
Accanto alla sala principale, il Piccolo Bellini è dedicato alla ricerca e alle compagnie emergenti. Le attività includono laboratori, talk, progetti con le scuole e percorsi di formazione.
Il pubblico è eterogeneo: giovani, studenti, appassionati, turisti culturali, che trovano nel Bellini un luogo dove l’incontro con l’arte è sempre attuale, mai scontato.
Un teatro che dialoga con la città
Il Bellini non è chiuso in se stesso: partecipa alla vita culturale di Napoli, dialoga con il territorio, sostiene le nuove drammaturgie, valorizza la scena napoletana contemporanea.
Dai grandi nomi della regia internazionale alle voci più nuove e coraggiose, ogni stagione è costruita come un viaggio nel presente, tra ironia, dolore, poesia e riflessione.
Il Teatro Bellini è la prova che Napoli non è solo tradizione: è anche creazione.
Una città che non custodisce soltanto i suoi miti, ma li mette in discussione, li reinterpreta, li mette in scena.
E il Bellini, con la sua storia e il suo fermento, è uno dei luoghi dove tutto questo accade.